Il resoconto di una giornata con Angela, malata e senza fissa dimora

Aveva una vita normale ed ora è costretta a lavarsi nei bagni dell’ospedale

Quando la povertà e la dignità si incontrano, non si può far finta di nulla.
Più di una volta ho detto che vicino a noi può esserci chi ha bisogno, basta avere gli occhi per vedere: gli occhi del cuore.

È accaduto alcuni giorni fa, che la signora Savina Perchinelli di Solidarietà di Quartiere Niguarda Bicocca Bresso ha conosciuto Angela Sepe di circa 60 anni.
Il racconto della donna è stato come un fiume in piena. Nulla poteva trasparire, nonostante la tosse insistente e le mani sciupate dal gelo di Milano di questi ultimi giorni.
La sua storia è di quelle che si leggono ma che non vorremmo mai e dico mai, che accadesse a noi. Purtroppo può capitare.
Una donna, una vita normale come tutti e poi…


Il mondo di Angela, crolla circa tre anni fa. Ex impiegata delle Ferrovie dello Stato nel deposito milanese dei treni di via Tucidide, poi cassiera in un supermercato; nel 2018 pochi mesi dopo la morte della madre, viene sfrattata dalla casa popolare dove viveva, poiché l’alloggio era intestato a nome della defunta madre: “Quando mi hanno buttata fuori con mio figlio, soffrivo già di una patologia al fegato e facevo una cura sperimentale. Ho provato a farlo presente ma non hanno voluto vedere i documenti. Il maresciallo del commissariato locale mi ha suggerito di uscire senza creare problemi e assicurato che nel giro di 15 giorni saremmo potuti rientrare”.
Purtroppo così non è avvenuto.
Angela continua il suo racconto quasi rassegnata al destino avverso:
Per 18 mesi sono stata in un centro di accoglienza gestito dagli evangelisti in via Padova mentre mio figlio era ospite da amici. Eravamo una ventina in una grande stanza, c’erano solo due bagni. Chi arrivava prima si faceva la doccia, gli altri no perché a un certo punto non c’era più acqua e dopo le 20 le docce erano vietate”.
A causa di quanto detto prima, Angela si è presa una brutta infezione che l’ha costretta ad un ricovero in ospedale. Quando è stata dimessa, l’ennesima brutta sorpresa: non poteva più essere ospitata al centro di accoglienza, perché era stato aperto solo (assurdo aggiungo io) per il “Piano Freddo” e visto che era terminato il periodo, via tutti!


Finalmente un piccolo bagliore nel mare d’oscurità: Angela viene assunta, tramite una cooperativa, in un centro di smistamento di prodotti Amazon a Buccinasco, cittadina appena fuori Milano.
Guadagnavo qualcosa e con lo stipendio sono riuscita ad affittare una stanza a Saronno, in provincia di Varese, a 450 euro, dove sono andata a vivere con mio figlio“.


La luce dura solo alcuni mesi, poi il Covid sfigura il mondo e torna l’oscurità. Come se non bastasse per Angela, arriva anche la diagnosi di un tumore al fegato, (è stata operata, il tumore è stato tolto, ma a distanza di poco si sono ripresentati due noduli e quindi la malattia è tornata con tutta la sua ferocia. Oggi Angela deve continuare le terapie), e la strada diviene la sua casa.

La sua dolorosa vicenda è ancora lunga, vi dico solo che ha un reddito di cittadinanza, ma nulla più. È in attesa della pensione d’invalidità che pare sia stata accettata.


Non voglio prolungare la narrazione togliendo la dignità a questa donna che ha molto da insegnare, vi dico solo che vogliamo aiutarla. Per questo la signora Savina Perchinelli di Solidarietà di Quartiere e la Onlus il Pellicano di Daniela Renata Gandini hanno aperto una piccola raccolta fondi, una colletta per pagare almeno un mese in un B&B o simile, alla signora Angela ed al figlio.
Basta poco per donare nuovamente quel bagliore che Angela aspetta e che ha tutto il diritto di avere.
Per maggiori informazioni, per donazioni o altro, andate sul gruppo FB: Solidarietà di Quartiere Niguarda Bicocca Bresso o su internet al sito: http://www.ilpellicanoarcobaleno.it

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